Dimensioni e significati della Mediterraneità
L'interpretazione di Mediterraneità che intendiamo fare nostra è relativa ad una particolare attitudine, una modalità originale di interpretare e vivere l'atto del mangiare, non ridotto a mero fenomeno nutrizionale, ma vissuto come sintesi di un insieme di elementi e di valori propri di quello straordinario luogo geografico, storico, etico e culturale che è il bacino del Mediterraneo. E' un approccio che nasce innanzitutto da uno stupore, dal riconoscimento di una bellezza frugale ma intensa, cui non sempre la nostra epoca -troppo spesso "schiacciata" su una dimensione dell'esistenza prevalentemente tecnica e di mera funzionalità- riesce a rendere giustizia. E' stupefacente quanto possa risultare benefico per il benessere e la qualità della vita delle persone l'accostarsi ai tempi ed ai modi di alimentazione distillati con sapienza dall'uomo all'interno della tradizione mediterranea.
Lo Spazio
Il Tempo
Le Relazioni
La Cultura
Lo Spazio
Lo spazio della cucina mediterranea è uno spazio localistico, dove ogni paese propone una sua peculiarità, spesso legata ad una specificità produttiva o agricola. Il Mediterraneo è il luogo della diversità, che non può essere ridotto ad un cliché ad uso di interessi economici o commerciali. Dal punto di vista delle esperienze delle persone, è però decisivo lo spazio del cucinare e dei luoghi che consentono di sviluppare questa esperienza di apprendimento e trasmissione di preziose conoscenze. Il gusto della cucina, vista come esperienza - spesso sociale - gratificante e coinvolgente, è forse uno degli elementi più forti dell'identità mediterranea. E proprio il cucinare è alla base di un'altra caratteristica tipica della Mediterraneità: "fare da mangiare" coincide spesso con "l'offrire da mangiare".
Il Tempo
Elemento fondamentale del rapporto dialettico tra uomo e cibo proprio della Mediterraneità è rappresentato dal tempo. Tempo come "spazio" fisico, mentale e sociale dedicato al rapporto complesso con il cibo. La parola "Mediterraneità" parla di una relazione tra uomo e cibo nella quale al cibo e all'uomo, ossia alla dimensione fisica e sociale del mangiare, sia "dedicato il giusto tempo".Tempo dedicato alla scelta delle materie prime e alla loro trasformazione, riscoprendo il significato profondo del concetto di "cucinare", creare, partendo da singole materie prime differenti fra loro, qualcosa che sia più della somma dei suoi semplici componenti. Il tempo rappresenta, inoltre, l'elemento centrale di due fenomeni sociali che nel concetto di Mediterraneità risultano strettamente connessi: il consumo del cibo e la condivisione del cibo. Il fatto di dedicare un adeguato e significativo tempo al cibo ed ai rituali che ruotano intorno ad esso, rappresenta un tratto distintivo della "way of life"mediterranea andando oltre il semplice concetto di mangiare e divenendo tratto sociologico distintivo. Mediterraneità è tempo dedicato a consumare il cibo che è stato prodotto. Mediterraneità è tempo dedicato a condividere questa esperienza culturale e sensoriale con altri individui, raggiungendo in tal modo l'apice del carattere sociale insito nell'atto del mangiare.
Le Relazioni
Per la sua intima natura il Mediterraneo è sempre stato crocevia, punto privilegiato di incontro e di relazione. Vito Teti riassume efficacemente questo concetto sottolineando come "una pluralità di punti di vista, di voci, di documenti, il dialogo e la polifonia, alla fine si sono rivelati fondamentali per dare conto di un melting pot alimentare, di un crogiolo di esperienze e di saperi, di fusione di storie e tradizioni, di mescolanze di prodotti, di cibi, sapori, odori, colori". Senza la dimensione delle relazioni non si spiegano né il Mediterraneo né la sua cucina. Come afferma Teti le due consuete domande rituali poste ai figli dalle madri calabresi ("hai mangiato?" e "con chi mangi?") esprimono la natura del bene portato alle loro creature. "l'aver mangiato è conferma di stare bene, l'aver mangiato insieme a qualcuno è conferma che non si è soli, e ciò dà sicurezza e tranquillità". Nel Mediterraneo mangiare è mangiare con qualcuno. "Dividere il pane o il cibo significava fondare o rendere sacre unioni, legami, rapporti"(Vito Teti). Un ulteriore tratto costitutivo dei regimi alimentari tradizionali - che contribuisce a rendere ancora più rotondo il concetto di relazione cui abbiamo accennato - è dato "dal rapporto parsimonioso ed equilibrato tra l'uomo, l'ambiente e gli alimenti". Segnata dalla fatica e dalle ristrettezze, la vita quotidiana della quasi totalità degli abitanti del bacino del Mediterraneo è stata per secoli contrassegnata dall'esigenza di un'attenzione meticolosa agli equilibri naturali, quale prezioso elemento di garanzia e continuità per il futuro.
La Cultura
Vi è un tratto di ricchezza culturale propria del Mondo mediterraneo. Cultura della sobrietà, della semplicità, della sacralità. È la precarietà stessa della realtà che rende sacri gli alimenti essenziali alla vita, a partire dal pane. Nell’area del Mediterraneo il cibo ha assunto una valenza sconosciuta in molti altri ambiti, ponendosi all’origine di elaborazioni culturali originali. Vi è, ad esempio, tutta una dimensione relazionale propria delle società contadine che è riconducibile alle occasioni di festa che segnano il trascorrere del tempo e delle stagioni, e che sarebbe inimmaginabile al di fuori di un legame strettissimo con il cibo e con l’alimentazione. In alcuni contesti, la stessa attività lavorativa della comunità, in alcuni momenti particolari (il raccolto, la vendemmia, l’uccisione di un capo di bestiame), diviene occasione di incontro e scambio di esperienze, fino a diventare prassi e rituale condiviso. Vi è dunque un tratto culturale forte, dove il termine cultura si riferisce ad un’esperienza di vita comune che dà origine a elaborazioni concettuali ed estetiche originali, che ha unito e tuttora unisce – nella diversità – i popoli del Mediterraneo.